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  • 04 Gennaio 2022
  • Nazionale
A graduatorie pubblicate, risultano assegnatari dei fondi di rigenerazione urbana delle periferie solo pochi Comuni veneti: Lonigo, Monselice, Conegliano e Cittadella.
I finanziamenti sono stati maggiormente destinati al Sud.

“Tutto come previsto!  Sono stati esclusi i piccoli Comuni sotto i 15.000 abitanti: 7206 su 7904. I fondi per la rigenerazione urbana delle periferie sono stati destinati ai Comuni del Sud, escludendo di fatto quelli del Nord nonostante la battaglia dei Sindaci del Veneto” spiega in poche parole il Sindaco massimo Cavazzana, Presidente della Consulta Lavori di Anci Veneto. Tutto ciò ha portato alla decisione da parte del Presidente Anci Veneto, Mario Conte, di inviare una lettera al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, in cui chiede di rivedere i parametri delle graduatorie (soprattutto quelli legati alla vulnerabilità delle famiglie) affinché i Comuni del Nord, più virtuosi, non vengano penalizzati.  
“Non è possibile che amministrazioni come le nostre, che hanno dimostrato di saper investire e spendere, vengano esclusi – afferma Conte. - Siamo in un momento cruciale. Il Pnrr è una grande opportunità. Dobbiamo scongiurare l’insidia di un rilancio azzoppato da criteri che poco hanno a che fare con la lungimiranza che i Comuni hanno dimostrato”.
 
Sono pochi i Comuni veneti che hanno ottenuto i finanziamenti, per una cifra che non arriva a 20 milioni di euro su 3,4 miliardi di euro stanziati dal Governo: sono Lonigo, Monselice, Conegliano e Cittadella. Tutti gli altri che avevano partecipato sono rimasti indietro e non entrano nelle graduatorie.
 
I fondi in questione sono i primi destinati alla riduzione di marginalizzazione e degrado sociale e al miglioramento del decoro urbano e del tessuto sociale e ambientale.
Il presidente di Anci Veneto chiede quindi di riconsiderare alcuni criteri per le assegnazioni.
 
Queste tematiche non riguardano solo il Mezzogiorno – spiega Conte. - Siamo d’accordo sul fatto che il 40% dei fondi sia destinato e riservato al Sud, vogliamo anche noi un’Italia a una sola velocità. Vogliamo che i sindaci in difficoltà possano essere aiutati. Ma il restante 60% deve essere aperto a tutti, non possiamo accettare che venga data priorità ad altri criteri come l’indice di vulnerabilità e il reddito pro capite perché questo finisce per penalizzare i Comuni che sanno investire, con i conti a posto, con visioni e progetti, Comuni che sono anche in grado di spendere i soldi. Non riteniamo che sia giusto. Chiediamo di rivedere i parametri in modo più equo”.
 
“I nostri cittadini e le nostre periferie hanno le stesse esigenze di quelle che emergono in Campania, Puglia e Calabria. – precisa il primo cittadino trevigiano – Questo è un momento storico, il Pnrr è una grande opportunità che non deve escludere nessuno “.
 
Conte ha sottolineato che non ci sono questioni politiche, gli esclusi sono di qualsiasi partito, per questo si appella a ministri e parlamentari.
 
Cavazzana, Sindaco di Tribano, da parte sua sottolineava già nell’ estate del 2020, che bisognava chiedersi se l’intervento di esclusione dei Comuni sotto i 15.000 abitanti fosse costituzionalmente legittimo. Ora a graduatorie pubblicate possiamo vedere come ci siano Comuni che si sono aggiudicati 9 - 10 progetti che non presentano neppure continuità amministrative e sono privi degli essenziali piani idrogeologici e degli allagamenti a fronte del 90% dei Comuni esclusi che presentano situazioni più virtuose, che rispettano una normativa obbligatoria ed essenziale per la realizzazione di interventi pubblici. È indispensabile cambiare parametri fuorvianti che nascondono carenze essenziali di analisi territoriali fondamentali per spendere denaro pubblico.
 
 

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