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  • 21 Novembre 2021
  • Tribano
Brutto episodio di razzismo avvenuto domenica 14 novembre durante l’ultimo match di Seconda Categoria disputato sul campo dell’ASD Atletico Granze.
La decisione della squadra Polisportiva Tribano di abbandonare il campo per protesta, nei confronti dei cori razzisti levatisi contro il compagno nigeriano, è stata punita con la sconfitta a tavolino.

Martedì 16 novembre il Sindaco di Tribano, Massimo Cavazzana, ha incontrato i ragazzi della Polisportiva Tribano, tristemente protagonisti di un increscioso episodio di razzismo verificatosi la domenica durante l’ultimo match di Seconda Categoria contro i rivali di casa dell’ASD Atletico Granze.
Nei minuti di recupero, sul risultato di 3-3, i giocatori del Tribano hanno abbandonato il terreno di gioco a seguito del volgare commento di stampo razzista e al verso della scimmia, proveniente da un sostenitore ed ex giocatore del Granze, e indirizzati al compagno Moussa Diedhiou, 22 anni, giovane centrocampista nigeriano.
 
“Avete fatto la cosa giusta – dice il primo cittadino in spogliatoio ai ragazzi – e il vostro bellissimo segno di solidarietà è un messaggio di speranza per i giovani di oggi e di domani. Nel vostro gesto, che premia l’inclusione, la condivisione e la partecipazione ben prima del risultato sportivo, si esprime la vera forza di una comunità”.
 
Moussa, giunto in Italia nel 2017 dopo essere sbarcato a Lampedusa, oltre ad essere un giocatore è un lavoratore metalmeccanico in un’azienda di Conselve e giorno dopo giorno sta edificando il suo futuro.
 
Ancora confuso Moussa ha affermato: “È la prima volta che mi sono trovato in una situazione del genere e mi auguro non succeda più” - ripensando al gesto dei suoi compagni, il disagio ha lasciato spazio alla serenità “i miei compagni mi hanno fatto da scudo e da ala, sono stati compatti accanto a me e quel gesto carico di affetto e di sincera fratellanza ha spazzato via tutte le odiose espressioni che sono stato costretto ad ascoltare”.
 
Sorprende ancora l’incomprensibilità del verdetto da parte del Giudice Sportivo che inesorabile ha decretato la sconfitta a tavolino per il Tribano e dove la comprensione etica della scelta di abbandonare il terreno di gioco a seguito di episodi di razzismo e maleducazione è passata in secondo piano rispetto alla giustizia sportiva.
 
“Esprimiamo tutta la solidarietà ai nostri tesserati che ancora una volta hanno dovuto subire offese ed insulti, non per la loro prestazione in campo, ma per il semplice fatto di avere un colore della pelle diverso da chi è seduto sugli spalti – si legge nella nota del comunicato ufficiale del Direttivo della Polisportiva Tribano che si è riunito lunedì 15 novembre – sportivamente parlando i nostri giocatori ne sono usciti sconfitti ma umanamente escono vincitori a testa altissima, per una decisione presa con coraggio, fermezza, altruismo e senza alcuna esitazione, per difendere un ideale di correttezza”.
 
Il primo cittadino ha voluto incontrare Moussa e gli altri giocatori sì per dimostrare la sua vicinanza e ribadire quanto il loro gesto sia motivo di orgoglio per tutta la comunità ma soprattutto per sottolineare che:” le regole vanno rispettate ma il rispetto vale più di tante regole”.
 
 

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