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  • 22 Febbraio 2022
“Venduto, cornuto, vergogna, devi morire, tua madre…, ciccione di merda, vieni fuori che ti meniamo”.
Si entra in campo fischietto e pallone sottobraccio e si parte.
Tra tutti i ragazzini ce n’è uno in particolare: quello che deve far rispettare le regole, un ruolo che non attira simpatie.
Un ragazzo giovane che in quanto arbitro deve abituarsi fin da subito ad un clima surreale spesso generato soprattutto dagli adulti.
 
Eppure, questi ragazzi nella loro giovane età sanno già la differenza tra autorità e autorevolezza.
La prima nasconde la mancata preparazione atletica o tecnica con il potere, la seconda sa che si deve essere ferrei nell'applicazione del regolamento mettendo al primo posto la regola del buon senso, misura che spesso gli adulti sugli spalti perdono di vista generando parole che danno vita ad una assurda violenza diseducativa.
 
In fondo è grazie a questi ragazzi se si parla di regole e se è possibile vivere una domenica di sport e dovremmo noi adulti farne tesoro.
Lasciamo che i nostri ragazzi arbitrino.
Se noi adulti sapremo fare la nostra parte impareranno a farlo con passione.

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