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  • 28 Aprile 2019
  • Tribano
ALBERTO BICCIATO
 
Sono nato a Monselice il 16.01.1981 e fino all’età di 25 anni ho vissuto con i miei genitori a Pernumia. Figlio di Carmen, casalinga, e di Paride, ex dipendente delle FFSS e felicemente in pensione. Ho una sorella, Monia, che vive a Cartura con mio cognato Nicola e i due figli: Tommaso e Riccardo. Sono sposato con Pamela, viviamo insieme a Tribano da 13 anni e abbiamo due figli: Samuele e Giorgia. Mia moglie e i miei figli sono il regalo più bello che io potessi avere dalla vita.
 
Nel 2003 mi sono laureato all’Università di Padova in scienze dell’educazione e ho iniziato fin da subito a lavorare come educatore. La mia prima esperienza è stata all’interno di una comunità per tossicodipendenti e alcolisti.
Io mi occupavo della gestione di gruppi di autoaiuto all’interno dei quali affrontavo due tematiche principali: la conoscenza di sé e le relazioni significative. Durante il resto della giornata affiancavo le persone nelle attività ergoterapiche.
 
Ho poi lavorato in una comunità mista per minori che ospitava ragazzi dai 12 ai 18 anni, allontanati temporaneamente dalla famiglia oppure già all’interno del circuito del penale a causa di reati commessi.
Io facevo da operatore di riferimento per alcuni dei ragazzi seguendoli nel percorso scolastico, nelle attività sportive, nel riavvicinamento alla famiglia attraverso incontri protetti con i genitori.
 
Da 9 anni lavoro in una cooperativa sociale di Padova che opera con diversi tipi di utenza.
Io nello specifico mi occupo di adulti in situazione di disagio sociale. Persone che sono disoccupate e che hanno alle spalle storie di vita non semplici.
Il mio compito è con l’utenza inserita quello di fare un’analisi delle competenze delle persone dando gli strumenti necessari per poter entrare o rientrare nel mondo del lavoro, con il territorio quello di costruire una rete di aziende con le quali collaborare per fare inserimenti lavorativi di persone svantaggiate.
 
La mia grande passione è il calcio.
Io dico sempre che la mia fortuna è stata quella di non essere mai stato bravo a giocare, ero abbastanza scarso e questo mi è servito molto perché dovevo sempre metterci il cuore e l’anima se volevo conquistarmi il posto in squadra. Se sono determinato lo devo proprio al calcio.
Ho smesso di giocare dopo la terza operazione alle ginocchia e ho iniziato ad allenare, ormai da 18 anni, in settori giovanili e prime squadre di società dilettantistiche della zona. Qualche anno fa ho conseguito l’abilitazione UEFA B.
 
Credo fermamente, per quanto concerne il sociale, ai principi di cooperazione, onestà, responsabilità, coerenza, solidarietà, trasparenza e partecipazione e per quanto riguarda lo sport al valore aggiunto di essere parte di una squadra che lotta per lo stesso obiettivo.
 
Mi impegnerò in:
1 – Maggiore presenza della figura dell’Assistente Sociale;
2 – Contrasto alle vecchie e nuove dipendenze (droga, alcool, gioco compulsivo);

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